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Brevi lineamenti storici della famiglia Basile di Siculiana – Giuseppe Basile

Brevi lineamenti storici della famiglia Basile di Siculiana

Questa breve scaletta storica della famiglia Basile di Siculiana viene compilata per soddisfare la richiesta di alcuni meritevoli giovani studenti universitari (Stefano Siracusa, Alessandro Catania e Gerlando Colletto) i quali, con determinata volontà, si sono impegnati a far rivivere alle nuove generazioni di Siculiana, fatti,cose e personaggi del passato al fine di non perdere i ricordi culturali, letterari,di costume e del territorio, che costituiscono il fondamento di vita di un popolo, sia pure circoscritto in una delimitata area etnografica. Le informazioni provengono da documenti di famiglia, da notizie tramandate tra generazioni nonché dal prezioso contributo del Professore Stefano Bissi, che oltre ad essere riconosciuto nell’ambiente siculianese come la memoria storica di personaggi,cose e fatti di Siculiana è stato sempre legato da affettuosa amicizia alla famiglia Basile.

Una rapida preliminare ricerca sull’origine del cognome della famiglia  Basile, peraltro alquanto diffuso nell’Italia meridionale ed espanso in altre regioni per effetto di migrazioni, ci riporta al nome proprio “Basilius” che nel corso del secolo XVI assunse la connotazione di “VASILE” forse per errata trascrizione tramandata soprattutto nel meridione d’Italia, con un nucleo specifico a Trivento in provincia di Campobasso,un ceppo nel barese nonché un ceppo in Sicilia e specificamente nel ragusano,nel messinese e nell’agrigentino. Da quest’ultimo ceppo (proveniente da Pisa come tramandato a voce dalle generazioni di famiglia) trae origine un “VASILE” nel Comune di Realmonte in provincia di Agrigento che costituisce il primo anello affermato di nove generazioni dal 1690 al 2011.

Per brevità di esposizione si è ritenuto opportuno focalizzare soltanto le figure maschili coniugate o celibi, con la citazione delle generalità del coniuge per i coniugati.
La genealogia parte con un VASILE GERLANDO nato intorno al 1690 dal quale discende VASILE ONOFRIO (1746-1778) maritato con Militello Domenica e trasferito da Realmonte a Siculiana. Da tale unione discende VASILE PASQUALE (1776-1840) successivamente denominato BASILE in atto notarile del 24 dicembre 1830, del Notaio Giacomo Cassesa di Emanuele di Siculiana, esistente tra le carte di famiglia. Egli viene considerato il Capostipite della famiglia in quanto è il primo ad avere lasciato un suo ritratto ad olio e del quale si hanno notizie certe. Agrimensore di professione, fu un facoltoso proprietario terriero con allevamento di bestiame e con una vasta tenuta per la coltivazione della vite e dell’olio. Fu “Vigilatore” di alcuni negozianti maltesi per conto dei quali curava la riscossione dei crediti derivanti dalla vendita di prodotti ittici e agricoli. Dall’esame di alcuni atti ufficiali esistenti presso l’Archivio di Stato di Agrigento e riguardanti l’attività amministrativa del Comune di Siculiana nel corso dei primi anni del secolo XIX, risulta che don Pasquale Basile fu Sindaco del Comune di Siculiana dal 30 dicembre 1833 al 12 giugno 1834, allorquando chiese al Principe di Campofranco, Rappresentante Regio con sede in Palermo, di essere esonerato dal mandato per sovraccarico di impegni personali che non gli consentivano di osservare attentamente gli obblighi derivanti dalla carica di Amministratore della cosa pubblica. Inoltre, da una consistente corrispondenza rinvenuta presso l’Archivio di Stato di Palermo, collocata nel faldone “Case Gesuitiche – serie H2” si rileva che Egli ricoprì dal 1833 in poi la carica di Amministratore dei Censi terrieri appartenenti alla Provincia Siciliana della Compagnia di Gesù, con sede in Palermo. Dalla sua unione coniugale con Vita Schembri Volpe discesero i figli Onofrio,,Vincenzo, Salvatore, Giuseppe e Luigi.

BASILE ONOFRIO (1809-1867) Ordinato Sacerdote nel 1837 dal Vescovo agrigentino Pietro D’Agostino, forma la triade ecclesiastica della famiglia Basile con i fratelli Vincenzo e Salvatore. A proposito di questa triade,un vecchio motto, in dialetto siciliano, recitava: “ni la casa di Vasili tutti monaci e parrini, missionari Gesuiti e Liguorini, ci nni fu unu spiziali ca nunsi vosi maritari” (Si riferisce al Farmacista Pasquale Basile di cui diremo in seguito). La traduzione recita: “nella casa di Basile tutti monaci e preti, missionari  Gesuiti e Liguorini, ce ne fu uno farmacista che non si volle sposare”. Alla morte del padre, venne  riconosciuta al Sacerdote Onofrio,  la sovranità familiare, derivante dall’atavica posizione di primogenitura ottocentesca, assumendo così la conduzione del consistente patrimonio familiare. Morì all’eta’ di 58 anni durante l’epidemia colerica che colpì gravemente Siculiana nel 1867, a distanza di quindici giorni dalla stessa morte del fratello Giuseppe, medico garibaldino.

BASILE VINCENZO (1811-1882) Contrastando la volontà del padre che lo voleva medico,entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù presso la Casa Professa di Palermo, il 14 luglio 1827. Dopo anni di appassionati studi di filosofia e teologia e con una approfondita padronanza della lingua latina, venne ordinato sacerdote il 31 luglio 1843, divenendo Missionario dei Padri Gesuiti.

Ricevette tutta la sua formazione da Gesuita nella  terra di Sicilia, entrando così nella Provincia Siciliana dei Padri Gesuiti: Alcamo,Marsala e Palermo furono le città che godettero dei benefici del suo primo zelo. Nel 1841 fu inviato dal Padre Generale Roothaan a Scutari per dare vita, come Superiore, ad una missione in  Albania. Espulso dal Governatore Ottomano nel 1843, si trasferì a Ragusa (oggi Dubrovnik) in Croazia, dove si fermò su richiesta del Vescovo Tomo Jederlinic, imparando profondamente la lingua slava e dedicandosi con devozione ai ministeri religiosi. Dal 1845 al 1852 fu in Croazia parroco di Gradac e Superiore della Missione di Trebinje, visitando il territorio della sua vasta parrocchia,con 28 villaggì, a dorso di mulo. Nel 1855 fu nominato Visitatore Apostolico con funzione di Vescovo nella diocesi di appartenenza, dove si dedicò al rinnovo della chiesa locale e dove amministrò oltre tremila cresime. Dopo un breve soggiorno in Sicilia dal 1859 al 1861 ritornò in Croazia a Pozégo,come padre spirituale, consultore e direttore di varie congregazioni religiose. Nel 1872, Mons.Domenico Turano, appena consacrato Vescovo di Agrigento, chiese al Padre Generale della Compagnia di Gesù,  con sede a Roma, di avere Padre Basile  per la predicazione nella sua diocesi. Per tanti anni predicò Esercizi Spirituali nel tempo di Quaresima e diede Missioni non solo ad Agrigento, ma anche nelle diocesi di Siracusa, Palermo e Trapani. Nel 1880, in occasione del suo pellegrinaggio in Terra Santa, predicò gli Esercizi Spirituali al Seminario di Gerusalemme.
Il Padre Basile scrisse numerose opere in lingua illirico-dalmata,in correlazione alla sua Missione Apostolica in terra slava.
In occasione della sua morte il giornale “Sicilia Cattolica” del 6/7 marzo 1882 così scrisse: “Col più grande dolore si è intesa nella nostra città la morte del carissimo e santo missionario, il Padre Vincenzo Basile, tanto caro a quanti lo conobbero, tanto benemerito della Chiesa e decoro dell’Ordine  cui apparteneva  e che fu un vero apostolo nel corso della sua vita esemplare (….). Era venerato ed amato come un santo e per le sue singolari virtù si attirò il cuore di tutti(….). Egli ricevette singolari lodi dalla Santa Sede e Pio IX l’accolse reduce dalla sua missione con un affetto straordinario, congratulandosi con lui del bene fatto e degli abbondanti frutti raccolti. Quindi lo trattò con singolare benevolenza e familiarmente si intrattenne con lui(….). Quanti lo conobbero dicevano: la predicazione del Padre Basile non è comune, ma è come quella di un santo(….).

Il bene per la salvezza della anime lo spingeva a proclamare il messaggio evangelico non solo ai cristiani, ma anche tra coloro che professavano un credo differente dal suo, quali erano gli Slavi di Dalmazia e gli Albanesi,  notoriamente di religione mussulmana. Il Padre Vincenzo Basile, amico del Padre Vincenzo Cusmano, si spense nella Pia Casa del Boccone del Povero a S.Marco in Palermo la mattina del 3 marzo 1882 e il suo corpo riposa nella tomba di famiglia nel cimitero Santo Spirito di S.Orsola a Palermo. L’elogio funebre, che fu pronunciato il 1° marzo 1882 nella Chiesa Madre di Siculiana dal rettore Don Giovanni Moscato e che si conserva nella Biblioteca dei Padri Gesuiti di Palermo a Casa Professa, ha il privilegio di fare un modello del Suo ricordo per mantenerlo vivo nella fede e nella speranza.

BASILE SALVATORE (1826-1913) Fu Missionario Redentorista della Congregazione di Sant’Alfonso de Liguri. Contrariando la volontà paterna, che ne voleva fare un uomo di legge, entrò giovanissimo nell’anzidetta Congregazione. Dopo i fatti avvenuti in Sicilia nel 1860,cui fece seguito, con Decreto Regio, la soppressione delle congregazioni ecclesiastiche, alcuni Padri Redentoristi trovarono  sistemazione nelle comunità dello Stato Pontificio e tra questi il Padre Salvatore Basile il quale aveva soggiornato per parecchi anni nella Comunità Redentorista, sita nella località Uditore di Palermo, così denominata perché allocata nella casa di un certo Francesco Maria Alias “Uditore Regio”. Successivamente per alcuni anni il Padre Salvatore Basile soggiornò a Bussolengo in provincia di Verona,predicando le missioni in terra veneta. Col passare del tempo non tutti i sacerdoti siciliani rimasero fuori della Provincia Redentorista Siciliana e tra questi il Padre Basile, che al suo rientro si stabilì a Siculiana per motivi di famiglia, non dissociati da motivi di salute. Officiava giornalmente la Santa Messa nella prediletta Chiesa dalla Immacolata Concezione, adiacente alla sua abitazione, eretta nel 1792 e restaurata nel 1872 con il contributo beneficatore della famiglia Basile, come risulta da una lapide collocata sul pavimento della Chiesa stessa. Il Padre Basile ricoprì anche la carica di “Vicario Foraneo” quale collaboratore esecutivo del Vescovo di Girgenti (oggi Agrigento) nel distretto diocesano. Egli fu benvoluto dalla cittadinanza tutta per le sue opere caritatevoli e per la costante protezione dei più deboli nonché per i suoi sermoni carchi di spiritualità e religiosa trascendenza che si riportavano all’insegnamento di Sant’Alfonso de Liguori. Il Padre Giuseppe Russo, della Congregazione del Santissimo Redentore di Agrigento, dà alcune notizie del Padre Salvatore Basile nel suo libro “I Redentoristi in Agrigento” edito dagli “Amici di Sant’Alfonso” Agrigento 2005. Il Vescovo Emerito di Nicastro Monsignor Vincenzo Maria Jacono, nativo di Siculiana (1898-1975) raccontava nel lontano 1970 agli eredi del Padre Salvatore -i quali erano andati a visitarlo presso la sua sede della Basilica Vaticana di S.Maria Maggiore in Roma- che all’inizio della Sua adolescenza era solito frequentare, tra i secoli XIX e XX, la casa della famiglia Basile dove iniziò la Sua giovanile catechesi,guidato dalla suora laica Domenica Basile, sorella del Padre Salvatore. Rammentava inoltre il Vescovo che il Padre Salvatore fu proprio colui che lo assistette, con amore spirituale, nella maturazione della Sua vocazione religiosa, ricordando, con commozione, che il  Sacerdote Redentorista Padre Salvatore Basile   lo accompagnò personalmente a varcare la soglia del Seminario Vescovile di Girgenti (oggi Agrigento) da dove ebbe inizio la Sua carriera ecclesiastica, con l’ordinazione sacerdotale del 21 maggio 1921 e con la successiva consacrazione vescovile in data 22 settembre 1950.

BASILE GIUSEPPE (1830-1867) Medico Garibaldino. Trattazione a parte sotto il titolo: “ Il Medico siculianese che curò il Generale Giuseppe garibaldi”

BASILE LUIGI (1832-1896)  Agrimensore, Farmacista, Enologo. Fu Capitano della Guardia Nazionale istituita in Sicilia nel 1860,dopo l’impresa garibaldina. Come enologo portò avanti per, oltre un ventennio, una fiorente azienda vinicola,premiata con Medaglia d’Argento alla Esposizione Nazionale di Palermo del 1891 e alla Esposizione Internazionale, sempre di Palermo, del 1911 nonché con Medaglia d’Oro e Gran Premio alla Esposizione di Firenze del 1914. Racconta l’amico Professore Stefano Bissi che la posizione economica di benestante goduta dal Basile lo rese vittima di un sequestro di persona con conseguente richiesta di un congruo riscatto. Il farmacista Basile venne sequestrato all’imbrunire, nelle vicinanze della sua tenuta di campagna,mentre rientrava in paese a cavallo alla sua mula, lungo la “ trazzera”, ancora oggi denominata di S.Rocco,  fiancheggiata di filari di viti. Fu tenuto nascosto per oltre un mese nelle campagne di Grotte, un paese della provincia di Girgenti (Agrigento) cui faceva parte lo stesso Comune di Siculiana. La richiesta di riscatto pervenne alla famiglia quasi subito e  alla quale non potette sottrarsi provvedendo pertanto al relativo pagamento, avendo cura, però, di contrassegnare, con astuzia e in modo quasi invisibile, le monete d’argento oggetto del riscatto, al fine di un eventuale ipotetico riconoscimento nel caso in cui le monete fossero state messe in circolazione nel circondario di Siculiana. In quella occasione giunse da Caprera a Siculiana il fratello medico garibaldino Giuseppe il quale pare si sia interessato della spinosa questione presso le autorità istituzionali e di polizia di Girgenti. La segnatura delle monete versate per il riscatto fu un’idea indovinata perché un tizio, sicuramente inesperto in operazioni criminali del genere, soprannominato il “Greco” in quanto sposato con una cittadina greca, si presentò alla farmacia del figlio del sequestrato, pagando stupidamente alcuni farmaci con una moneta (tra l’altro di grosso taglio) proveniente dal riscatto e quindi subito riconosciuta per quella segnatura che vi era stata preventivamente, con buon senso, scalfita. Scattò immediatamente la denuncia che portò dopo pochi giorni all’arresto dei sequestratori (tre o quattro) con conseguente processo presso il tribunale di Girgenti. Il farmacista Basile fece erigere sul luogo dove avvenne il suo sequestro una Cappellina votiva per la costruzione della quale chiese dispensa al Sommo Pontefice Leone XIII con apposita supplica.  La suddetta Cappellina  -che con il passare dei tanti anni si venne a trovare a margine della strada statale settentrionale/sicula 115-  fu venerata da tutta la popolazione di Siculiana sino agli anni sessanta del secolo XX,quando venne irrimediabilmente distrutta a seguito di un disastroso incidente stradale. Dal matrimonio di Basile Luigi con Maria Rosaria Impiduglia discesero i figli Pasquale e Giuseppe.

BASILE PASQUALE (1859-1938)  Nipote celibe del chirurgo garibaldino Giuseppe ereditò, dopo la laurea conseguita nel 1882,  la farmacia paterna, avviata all’origine dallo zio garibaldino anch’esso farmacista oltre che chirurgo. Dopo la morte del padre  si dedicò,  insieme al fratello medico Giuseppe, alla conduzione dello stabilimento vinicolo “Luigi Basile & Figli” cessando definitivamente tale attività nel 1919,  dopo la morte del fratello. Proprietario tra l’altro di una estesa piantagione di ulivi, si dedicò all’industria olearia con eccellenti risultati commerciali e per tale attività venne menzionato nella “Guida Generale dell’Annuario Italiano dell’Agricoltura, Industria, Commercio, Arti e Professioni d’Italia” Edizione 1937/1938, alla pagina 1307, sotto la voce “Siculiana”, esistente presso la biblioteca dell’Archivio Centrale dello Stato.

BASILE GIUSEPPE (1866-1918) Valente Medico-Chirurgo intraprese,  dopo la laurea conseguita nel 1890, la carriera universitaria nel campo della igiene e profilassi, dell’anatomia patologica e della ginecologia. Fu costretto a lasciare tale indirizzo cattedratico dopo la morte del padre, Farmacista Luigi, per dedicarsi alla conduzione della vasta e fiorente azienda agricola di famiglia, nonché all’amministrazione del rinomato “Stabilimento Vinicolo Luigi Basile e Figli”, unitamente al fratello farmacista Pasquale. Dal 1896 al 1918 esercitò la professione di Medico a Siculiana, stimato e benvoluto da tutta la cittadinanza che lo pianse e lo ricordò a lungo negli anni che seguirono la sua morte all’età di 52 anni. Dalla unione coniugale di Basile Giuseppe con Mariangela Vecchio Verderame di nobile famiglia di Licata,discese il figlio Luigi.

BASILE LUIGI (1902-1990) Dopo quattro anni di corso nella la facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi la Sapienza di Roma, si laureò in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Palermo.Possidente, fu Giudice Conciliatore  negli anni trenta e Podesta del Comune di Siculiana da 4 ottobre 1934 al 17 settembre 1936. Partecipò al secondo conflitto mondiale 1940/1945 quale ufficiale comandante di batteria nei reparti della difesa contraerea. Fatto prigioniero dagli anglo-americani nel 1943, rientrò a Siculiana all’inizio del 1946. Dal matrimonio di Basile Luigi con Maria Cristina Corrier, di origine partenopea-veneziana,discesero i figli Giuseppe,Silvio e Manlio:

BASILE GIUSEPPE (1931) Coniugato con Santa La Vecchia. Laureato in Giurisprudenza, visse con la famiglia per circa vent’anni a Padova in servizio presso la Direzione Provinciale del Tesoro. Chiamato a prestare servizio a Roma, presso il Corpo Ispettivo Centrale della Direzione Generale del Tesoro, fu per un breve periodo Direttore Provinciale del Tesoro di Caltanissetta. Rientrato a Roma con la qualifica di Dirigente Superiore, fu Consigliere Ministeriale sino al suo collocamento in pensione avvenuto nel marzo del 1998. Vedovo, vive a Roma con due figlie.

BASILE SILVIO (1932-2000) Laureato in Ingegneria svolse il suo primo giovanile impiego presso le miniere di zolfo in provincia di Caltanissetta. In seguito venne assunto, per concorso, dalla Società Generale Elettrica per la Sicilia (SGES), incorporata successivamente dall’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (ENEL). All’interno del suddetto Ente, sviluppò la sua carriera dirigenziale tra Avola,Milazzo ,Palermo e Catania sino a diventare Vice Capo Compartimento della Regione Sicilia, con sede a Palermo. Fu Presidente dell’Associazione Regionale degli Ingegneri Elettrotecnici in seno all’ENEL. Dal matrimonio di Basile Silvio con Aurora Lo Baido discesero i figli Luigi e Roberto.

BASILE LUIGI (1964) Laureato in Medicina e Chirurgia svolge intensa attività di Neurochirurgo presso il Policlinico Universitario di Palermo, dopo una valida e prolungata esperienza operatoria presso l’Ospedale Circondariale di Varese.

BASILE ROBERTO (1966) Diplomato Perito Aeronautico e Perito Elettrotecnico, fa parte del così detto gruppo degli “uomini radar” dell’Ente Nazionale di Assistenza al Volo (ENAV),  quale controllore di volo in servizio presso il Centro Interregionale di Abano Terme. Riveste altresì la qualifica di istruttore ai corsi radar di perfezionamento.

BASILE MANLIO (1935) Laureato in Scienze Politiche iniziò il suo primo lavoro come Marketing Manager presso una importante industri alimentare di Catania. Successivamente, attraverso prova selettiva, venne assunto presso la Cassa di Risparmio V.E. per le Province Siciliane. Acquisita una notevole competenza di tecnica bancaria, prestò servizio presso varie Agenzie di Palermo e provincia, assumendone spesso la Direzione. Come funzionario fu assegnato la Servizio Borsa Titoli ed in seguito nominato responsabile del Tesoro Centrale della Banca. Dal matrimonio di Basile Manlio con Wanda Fratello discende il figlio Mauro.

BASILE MAURO (1968)  Laureato in Giurisprudenza, entrò giovanissimo a far parte del ruolo organico del Ministero del Tesoro, ottenendo come prima destinazione la Direzione Provinciale del Tesoro di Messina. In seguito, avvalendosi della normativa in materia di mobilità nell’ambito della Pubblica Amministrazione, accettò di transitare, per la sua notevole preparazione giuridica, nel ruolo organico amministrativo del Consiglio di Stato, ottenendo come prima destinazione il Tribunale della Giustizia Amministrativa con sede a Palermo. Attualmente è titolare della Direzione Amministrativa della Terza Sezione dell’anzidetto Tribunale, ricoprendo altresì la titolarità di Vice Segretario Vicario del Tribunale stesso. Esperto in diritto Amministrativo ha collaborato per diversi anni con la Rivista di settore “Rassegna T.A.R.”

 

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